Recit. O Daliso, da quel dì che partisti la tua fedele abbandonata Irene, tra crude, acerbe pene, sospira i vaghi rai del tuo bel viso, così sfogando i fieri suoi tormenti, al fonte, al bosco, al prato, all'aura, ai venti. Aria Per pietade aure serene ad Irene insegnate a sospirar. Deh mostrate o fonti o fiumi a' miei lumi nuova idea di lacrimar. Recit. Aure, fonti sì, sì, voi sol potete narrare all'idol mio i miei crudi martiri, or che lungi da me rivolge il piede e se il crudel non crede, perché torni a colei donde partì, dite, dite così. Aria Senti o caro quell'auretta vezzosetta sai cos'è? È un sospiro del tuo bene. Vedi o caro quel ruscello vago e bello sai cos'è? Son le lagrime d'Irene.